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UNA DONNA IN CARRIERA
(WORKING GIRL)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 30 marzo 1989
 
di Mike Nichols, con Melanie Griffith, Harrison Ford, Sigourney Weaver (Stati Uniti, 1988)
 
L'importante è crederci. Ed è ormai da un secolo che la ricetta è sempre quella. Sarà semplice, semplicistica ai nostri occhi di europei che si vogliono smaliziati, sconsolatamente prevedibile dopo anni che avrebbero potuto anche essere di consunzione. Ma funziona: e quello americano continua ad essere il punto di riferimento dell'universo, in mutazione e come tutti dicono consunzione, cinematografico. WORKING GIRL, come un miliardo di opere che l'hanno preceduta, nasce da uno stato d'animo squisitamente USA: quello dei pionieri, delle nuove frontiere, quello insomma che spiega che basta crederci, provarci ad ogni costo. E anche se sei il più povero dei poveri cristi, anche se non te ne va bene una che sia una, alla fine ci riesci. Un riuscire che, ovviamente, va inteso nel senso materiale; di quel posto al sole, magari prosaico, socio-economico, che se uno parte con l'idea che non sono i soldi a fare la felicità, allora è meglio che si rivolga altrove.

Dunque, alla riuscita di WORKING GIRL basta e avanza la fede: cosi come all'impiegata d'ufficio Melanie Griffith (tutta troppo all'inizio: grassa, truccata, agghindata, pasticciona; e magistralmente in via di trasformazione - anche fisica - nel corso della vicenda) che la sua dirigente yuppie Sigourney Weaver se ne parta un paio di settimane in vacanza per soffiarle il posto, il tono di sicurezza che ti viene dal posto, e l'Harrison Ford che ti deriva dal fatto di avere una e l'altra delle due cose.

La fede, più quell'ingrediente più recente che risponde al nome di femminismo (e che fa si che a contendersi il maschio Harrison siano le due nostre; e non più il contrario), più un paio d'attributi più specificatamente tecnici. Ma altrettanto, e risaputamente tradizionali: la precisione della sceneggiatura e la bravura degli attori.

Nasce cosi il giocattolo di sempre, la logica dell'inverosimile invariabilmente accettata, il piacere eternamente rinnovabile di ritrovarsi in uno schema familiare e rassicurante.

Sembra facile: ma ci vuole molto amore per il proprio mestiere: ed una svitata, come questa Griffith, che s'incolla alla vita della cartapesta come fosse quella, assai meno miracolosa, che ci ritroviamo ogni mattina.


   Il film in Internet (Google)

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